Cashless Italia, una rivoluzione digitale
Da poco più di un anno il governo ha lanciato il programma Italia Cashless, con lo scopo dichiarato di rilanciare i consumi, aumentare la digitalizzazione del paese e soprattutto ridurre l’evasione fiscale tramite la tracciabilità delle operazioni. una rivoluzione questa che è soprattutto sentita tra i giovani, meno legati culturalmente al denaro contante e più abituati all’uso di mezzi alternativi di pagamento per effettuare i loro acquisti, specialmente online.
Secondo un sondaggio commissionato da Paribas Cardif, su un campione di mille giovani tra i 15 e i 30 anni, per più della metà degli intervistati il futuro sarà sempre più cashless, con una prevalenza per l’uso di dispositivi portatili (come gli smartphone) e una tendenza ad abbandonare ogni forma di contante. Un trend che riflette anche quanto creduto dalle generazioni più anziane, anche se in campioni presi specialmente nella fascia d’età tra i 35 e i 60 anni, meno del 14% del totale pensa che si arriverà all’abbandono totale del denaro contante in un prossimo futuro.

Perché motivarsi all'uso del pagamento digitale?
Sebbene l’obiettivo principale sia il contrasto all’evasione fiscale, non da meno si vuole anche modernizzare la mentalità del paese con riguardo all’uso di sistemi smart per il pagamento. L’Italia è infatti ultima in Europa per numero d’operazioni pro capite con strumenti alternativi al contante, e rimane al 33esimo posto nella classifica mondiale per incidenza del contante nell’economia. Questo nonostante gli anni della pandemia, che hanno “motivato” gli italiani a cercare metodi alternativi di pagamento, anche per ragioni meramente igieniche (sempre tra i giovani, questa è una delle motivazioni addotte per l’abbandono del cash, a favore di metodi alternativi come le carte e satispay). Rimane però particolarmente sentito il problema della garanzia dei pagamenti e della privacy, non sufficientemente garantiti secondo i campioni d’intervistati allo stato delle cose. Programmi d’incentivazione più efficaci sembrerebbero il metodo più efficace per “educare” la gente all’abbandono del contante. L’85% degli italiani – rileva l’indagine – è orientato verso soluzioni di pagamento cashless e solo il restante 15% ancora legato al contante.

Le statistiche Ipsos.
Secondo una ricerca Ipsos la quasi totalità degli italiani possiede una carta di debito o credito (circa il 95%), sebbene una percentuale ancora relativamente piccola le utilizzi regolarmente al posto del contante negli acquisti di ogni giorno (circa il 63%). La penetrazione di altre forme di pagamento smart payment si attesterebbe attorno al 29% al momento. Anche in questo caso, i giovani si dimostrano più propensi all’utilizzo di metodi alternativi, con un 45% nella fascia 18-24 anni che utilizzano metodi di smart payment nella vita d’ogni giorno. l’utilizzo del cash avverrebbe in modo sempre più rarefatto, a volte solo una volta alla settimana, comparato all’utilizzo continuativo dei nuovi metodi di pagamento. Nel quinquennio 2021-2025 si prevede un aumento delle transazioni digitali pari al 12,7% annuo, se l’attuale trend dovesse venire confermato. A fare da volano per i pagamenti cashless si prevede sarà soprattutto l’e-commerce, che dovrebbe portare entro il 2025 ad una percentuale totale del 24% delle transazioni effettuate. Sempre secondo l’indagine Ipsos, quasi la metà degli intervistati (47%) si è detta aperta all’adozione di nuovi strumenti di pagamento per le sue spese di ogni giorno. Gli alti costi di transazione però per il 73% degli intervistati limiterebbe l’acettazione da parte dei negoziani dei metodi di pagamento cashless.
Rilancio dei consumi e recupero dell'IVA.
Grazie a questi nuovi canali di pagamento, le differenze tra pagamenti online e offline stanno rapidamente riducendosi, con una netta semplificazione dei canali che dai sistemi tradizionali si spostano rapidamente verso tendenze più moderne. Questo fenomeno è legato anche alla percezione degli utilizzatori finali, che reputano i nuovi metodi di pagamento più sicuri (ogni operazione è tracciata, quindi è possibile restituire quasi sempre il maltolto in caso di truffa, cosa che non accade con il denaro contante), e secondo la percezione diffusa, questi nuovi metodi garantirebbero, come auspicato anche dal governo, un recupero del sommerso, soprattutto dell’IVA evasa. Le statistiche confermerebbero un recupero della stessa in continuo aumento grazie al tracciamento dei pagamenti. Dato che l’evasione dell’IVA ammonta ancora a più di cento miliardi d’euro l’anno, questo diventa uno degli argomenti più sentiti, oltre al fatto che il recupero dell’evasione dovrebbe calmierare i prezzi al consumo, spingendo ulteriormente gli acquisti in un momento di sofferenza per il mercato nazionale.
Foto da Blake Wisz, Clay Banks e Mika Baumeister da Unsplash.
Dati sondaggio IPSOS da Quifinanza.it